Nutrirsi d’aria? In futuro sarà possibile

Nutrirsi d’aria? In futuro sarà possibile

Le nuove tecnologie per produrre in laboratorio cibi nutrienti consentiranno di sfamare in modo sostenibile dieci miliardi di persone.

Produzione alimentare sostenible

Novembre 2021

Che ne direste di una colazione ricca di proteine a base di uova strapazzate e salsicce? O di una merenda golosa con gelato e milk-shake? Il tutto fatto d'aria.

Non è fantascienza: la startup finlandese Solar Foods produce proteine ad alto valore nutritivo (come carne, latte e uova) interamente in laboratorio utilizzando nient’altro che anidride carbonica come materia prima.

Solar Foods è solo una delle tante aziende foodtech che creano cibi in provetta per tentare di dissociare la produzione alimentare da un settore ad alto consumo energetico come l’agricoltura.

La speranza è che i cibi alternativi e sostenibili diventino più economici e nutrienti di quelli tradizionali, ponendo le premesse di una trasformazione radicale del nostro sistema alimentare.

“I progressi della biologia sintetica e della cosiddetta fermentazione di precisione che consente di programmare microrganismi per creare molecole organiche complesse potrebbero permetterci di andare ben al di là della produzione di carni di origine vegetale, sostituendo importanti fonti di proteine, ad esempio la soia,” afferma Pasi Vainikka, PhD, CEO e cofondatore di Solar Foods, nel podcast New Foundations prodotto dall’Economist Intelligence Unit con il sostegno di Pictet. “(Riusciamo a) nutrire molte più persone con molto meno.”

Un radicale ripensamento del sistema alimentare mondiale come quello proposto da Solar Foods è fondamentale per sfamare dieci miliardi di persone entro il 2050, salvaguardando al contempo le risorse naturali e la biodiversità. Attualmente il settore agroalimentare è già responsabile di oltre il 25% delle emissioni di gas serra e di più del 70% del consumo idrico su scala mondiale.

Nutrire di più con meno grazie alla fermentazione

A differenza dei produttori di carne alternativa, come Impossible Foods o Beyond Meat, per creare la sua proteina Solar Foods non utilizza prodotti vegetali, ma un microbo che si trova in natura.

I microbi si nutrono di bolle di anidride carbonica, idrogeno e ossigeno (tutti elementi presenti nell’aria), crescono e si moltiplicano in una soluzione acquosa.

La preparazione ottenuta attraverso questo processo di fermentazione viene essiccata.

Il risultato è la soleina, una polvere ricca di sostanze nutritive composta da nove amminoacidi essenziali e da macronutrienti simili a quelli della soia o dell’alga essiccata.

La nuova tecnica, chiamata fermentazione di precisione, abbina un antichissimo metodo utilizzato per produrre il pane e la birra alla biologia sintetica, all’ingegneria e all’informatica.

“Grazie a questa convergenza di tecnologie, in linea di massima è possibile creare qualsiasi proteina spiegando a un microbo come fare… Si potrebbe dire che una mucca è uno strumento tecnologico utilizzato per produrre carne e latte che viene bypassato per ottenere proteine in modo molto più rapido ed efficiente,” spiega nel podcast Catherine Tubb, ricercatrice del think tank indipendente RethinkX.

“L’approvazione di una nuova proteina per uso alimentare è il segno che forse se ne possono davvero produrre di migliori rispetto a quelle animali.”

In laboratorio la soleina può essere trasformata in carne, latte, uova e altri alimenti, senza ricorrere ad alcun prodotto vegetale o animale, generando un’impronta ambientale di gran lunga inferiore a quella delle piante o della carne bovina.

Questa tecnica presenta anche un altro vantaggio: aumenta la varietà delle nostre scelte alimentari impiegando mille miliardi di specie mai studiate prima.

È un elemento di cruciale importanza se si considera la pericolosa concentrazione delle nostre abitudini alimentari: l’uomo consuma infatti solo 200 delle 10 000 piante commestibili conosciute e il 75% degli alimenti è ricavato da appena 12 piante e cinque animali.

Oltre a produrre proteine diverse da quelle animali e vegetali, Solar Foods sta sviluppando metodi per ottenere carne o pesce veri e propri a partire dalle cellule utilizzando la soleina come proteina principale.

“Alla fine il consumatore continuerà a ritrovarsi nel piatto carne o pesce che però ci saranno arrivati in modo completamente diverso,” spiega Vainikka.

I prodotti a base di soleina dovrebbero essere commercializzati entro la fine del 2022, una volta ricevuta l’approvazione dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare.

Solar Foods ha già raccolto 35 milioni di euro di finanziamenti, quasi un terzo dei quali messi a disposizione dal fondo finlandese per il clima, e mira a rivoluzionare, a livello globale, il settore della carne e quello lattiero-caseario, che insieme hanno un valore totale stimato di 2000 miliardi di dollari.

L’azienda prevede di raggiungere un costo di produzione di circa 5-6 euro al chilo in grado di competere con il prezzo medio al dettaglio della carne bovina (3-4 euro per chilo di proteine), del salmone (7-8 euro) e delle noci (11 euro).1

La mozzarella, nuovo terreno di scontro?

Nei prossimi decenni gli ingredienti alimentari alternativi e i relativi produttori potrebbero svolgere un ruolo strategico: infatti, di fronte all’aumento demografico, al riscaldamento globale e all’urbanizzazione, i governi intensificheranno gli sforzi per garantire l’approvvigionamento alimentare, stabilizzare i prezzi sul mercato interno e rendersi autosufficienti.

Alcuni Paesi potrebbero adottare, ad esempio, misure protezionistiche per limitare le esportazioni o imporre dazi all’importazione di ingredienti essenziali di fascia alta come il formaggio, il cui consumo annuo negli ultimi dieci anni è aumentato del 20% negli Stati Uniti, arrivando a 18 chili pro capite l’anno.2

“Le imprese del settore andranno incontro a grandi difficoltà a causa del costo degli ingredienti,” afferma Tubb.

Sta già aumentando la pressione sui governi affinché rivedano la politica di sicurezza alimentare alla luce delle gravi carenze di manodopera negli impianti di trasformazione alimentare, delle interruzioni della catena di approvvigionamento e del rialzo dei prezzi causati dalla pandemia.

“In Medio Oriente e in posti come Singapore, dove la sicurezza alimentare è molto più problematica, questa tecnologia assume un’enorme importanza,” aggiunge Tubb.

“Ci sono Paesi che ne trarrebbero molto più vantaggio dell’Europa o degli Stati Uniti, ad esempio.”

 

Per approfondire l’argomento dei cibi alternativi si rimanda al podcast “New Foundations”

1 Statista, raccolta dati su 52 settimane conclusa il 27/04/2019 negli Stati Uniti
2 International Dairy Foods Organization
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Alessandra Losito
Direttrice generale di Pictet Wealth Management in Italia
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