Costituire un’eredità attraverso l’attività filantropica
Tramandare il patrimonio: una vera e propria sfida
Per molti l’idea di un lascito testamentario a favore di un ente benefico in teoria è semplice, ma in pratica è difficile. Spinti non solo dal desiderio di esercitare un’azione incisiva sulla società, ma anche di procedere a un’attenta valutazione di come mettere, nel migliore dei modi, la ricchezza al servizio delle generazioni future, più di due terzi dei titolari di un grande patrimonio si preoccupano che in realtà, se è troppo ingente, finisca per nuocere ai loro cari. Com’è noto, Warren Buffet ha affermato: «Vorrei lasciare ai miei figli abbastanza per permettere loro di esaudire ipropri desideri, ma non così tanto da indurli a non fare nulla.»
Alla luce di questa preoccupazione, molte persone pensano a devolvere una quota del proprio patrimonio a un’organizzazione caritatevole invece di lasciare tutto agli eredi diretti, per non parlare di chi non ha familiari a cui destinare i suoi beni. Stando alle stime, nei prossimi vent’anni fino a 12 000 miliardi di dollari USA saranno devoluti a cause benefiche nell’ambito del trasferimento di grandi patrimoni. Tuttavia, è una scelta che richiede un’attenta pianificazione.
Siamo consci che devolvere il proprio patrimonio a cause benefiche non è una semplice decisione finanziaria, ma una scelta assolutamente personale che richiede un’attenta pianificazione.
Strategie per un’efficace pianificazione del patrimonio e dell’attività filantropica
Oggi i clienti si adoperano maggiormente per predisporre un legato testamentario a favore di un ente benefico ed avvalersi della consulenza di una serie di esperti in modo da sincerarsi che il programma individuato sia in sintonia con le aspirazioni nutrite. Per chi ha eredi, coinvolgerli per tempo e pattuire con loro obiettivi comuni da conseguire puòcostituire una fase fondamentale di tale processo. Ecco qualche esempio di come i donatori hanno devoluto il loro patrimonio in beneficenza.
- Sensibilizzare gli eredi: una coppia ha creato un fondo filantropico personalizzato (donor-advised fund, DAF) per ognuno dei figli per metterli in condizioni di coltivare i propri interessi in questo campo.
- Sovvenzionare un ente benefico: un filantropo ha aiutato due piccoli enti caritatevoli a procurarsi sovvenzioni, garantendo loro l’indipendenza economica.
- Predisporre un lascito immobiliare: un benefattore ha creato una casa famiglia per donne in fuga da una relazione tossica e un fondo per sostenerla.
- Finanziare borse di studio: un imprenditore ha istituito, in collaborazione con l’università che aveva frequentato, un sistema di borse di studio a favore di studenti a basso reddito per il loro mantenimento a lungo termine.
- Investire in un premio: un donatore ha finanziato un premio annuo dedicato alle soluzioni ambientali indetto da un’organizzazione affermata del settore dell’imprenditorialità sociale.
- Sostenere la ricerca e l’innovazione: un filantropo ha messo a disposizione di un centro medico fondi da destinare alla ricerca per la lotta contro le malattie rare.
Tutti questi esempi hanno in comune il desiderio, da parte dei filantropi, di programmare il futuro sulla base di obiettivi chiari e di richiedere una consulenza per tradurre le loro aspirazioni in una strategia precisa. Con un’attenta pianificazione devolvere il proprio patrimonio in beneficenza non è per forza troppo complicato.
Gli specialisti dei servizi filantropici di Pictet aiutano i clienti a tradurre i valori in azioni incisive ad impatto duraturo. Siamo consci che devolvere il proprio patrimonio a cause benefiche non è una semplice decisione finanziaria, ma una scelta assolutamente personale che richiede un’attenta pianificazione.