La nuova generazione e la filantropia

Ripensare la filantropia: l’approccio della nuova generazione alla salvaguardia del patrimonio

Uno studio condotto da Pictet nel 2024 indica il superamento del classico concetto di filantropia nella nuova generazione: dai risultati emerge infatti che quest’ultima considera la propria azienda lo strumento più efficace per promuovere il cambiamento. Nell’ambito di workshop a cui hanno partecipato oltre 150 persone di età compresa tra i 18 e i 25 anni che si preparano a salvaguardare un patrimonio tramandato nel tempo, il team dedicato della Banca ha analizzato temi quali l’investimento responsabile e la filantropia. Gli esiti segnalano un potenziale cambio di prospettiva che si traduce nella scelta di cause incisive al servizio delle quali mettere il patrimonio di cui si dispone.

Intera sfera di influenza

Interrogati su quali fossero gli strumenti più efficaci a loro disposizione per promuovere il cambiamento, il 44% dei partecipanti ha risposto la propria azienda, il 41% gli investimenti e solo il 25% la filantropia. La nuova generazione ritiene quindi che il classico concetto di filantropia sia superato e non riesca ad affrontare in maniera adeguata le questioni sistemiche. Un concetto diffuso è quello della sfera di influenza che propone un approccio a 360° per gestire l’azienda o gli investimenti, sfruttare le posizioni detenute nella società e nel settore di appartenenza e utilizzare in maniera strategica il capitale filantropico. 

Cambio di prospettiva

Un studio esterno indica che oggi, a livello internazionale, i principali interessi dei filantropi particolarmente facoltosi (ultra-high-net-worth, UHNW) sono rappresentati da istruzione, religione, sanità, arte e cultura. Il cambiamento climatico e l’ambiente costituiscono meno del 2% delle elargizioni globalii. Tuttavia, se si considerano le priorità della nuova generazione, l’immagine risulta capovolta. Per i partecipanti ai workshop, il cambiamento climatico e l’ambiente vengono prima di tutto, seguiti dalle ineguaglianze e dalla guerra, mentre la religione o l’arte e la cultura non sono quasi mai menzionate.

Nuove motivazioni

Gli intervistati avvertono un grande senso di responsabilità riguardo a temi quali l’ambiente e la società, alimentato da una generale consapevolezza delle sfide che quest’ultima è chiamata a raccogliere in tutto il mondo. La nascita di organizzazioni come Tax Me Now, Resource Generation e Patriotic Millionaires rispecchia il desiderio di una maggiore distribuzione della ricchezza. Alcuni partecipanti hanno espresso disagio nei confronti del patrimonio tramandato di generazione in generazione e arrivato fino a loro poiché non è stato guadagnato con il sudore della fronte o è stato accumulato in settori ispirati a valori in contrasto con i propri.  

Per quanto la nuova generazione possa non riconoscersi nella classica immagine del filantropo, le sue aspirazioni sono assolutamente in sintonia con l’essenza stessa del termine. (…) Il futuro dell’attività benefica risiede nell’adozione di un approccio globale e coerente nell’intera sfera di influenza che ponga l’accento sulla creazione di un’economia resiliente e rigenerativa e ripensi i sistemi in cui aziende e investimenti svolgono un ruolo di cruciale importanza.
— Christoph Courth, Head of Philanthropy Services, Pictet Wealth Management

Desiderio di innovare

Tra le fondazioni di famiglia si registra una crescente domanda di professionalizzazione e di supporto alla revisione strategica. Si riconosce che le classiche donazioni continuano ad essere fondamentali per sostenere determinate cause, ma esiste la profonda convinzione che la filantropia debba fungere da catalizzatore dell’innovazione per favorire un cambiamento sistemico invece di fornire aiuti immediati. 

Nuovi approcci quali la partnership con chi condivide gli stessi obiettivi e la blended finance riscuotono forti consensi. I partecipanti sono consci degli squilibri di potere insiti nella filantropia tradizionale e citano MacKenzie Scott, co-fondatrice di Amazon, come antesignana nella trasformazione della dinamica classica attraverso il modello basato sulla fiducia. 

Anche l’investimento responsabile sta prendendo piede, come dimostra l’interesse suscitato nell’86% dei millennialii. Molti ammettono però che costituirebbe solo una piccola parte dei propri portafogli e sottolineano l’importanza dei criteri ESG e dell’allineamento con le finalità perseguite nelle più ampie strategie d’investimento adottate.

Conclusione

Stando alle stime, degli 84 000 miliardi di dollari USA previsti entro il 2045 nell’ambito del trasferimento di grandi patrimoni, 12 000iii saranno devoluti direttamente in beneficenza. I 72 000 rimanenti saranno lasciati a una generazione più attiva dei suoi predecessori in campo sociale e ambientale che però sceglierà metodi diversi per promuovere il cambiamento. Per quanto la nuova generazione possa non riconoscersi nella classica immagine del filantropoiv, le sue aspirazioni sono assolutamente in sintonia con l’essenza stessa del termine. Su un aspetto il consenso è unanime: occorrono una gestione del patrimonio più rigorosa e una salvaguardia responsabile che non siano solo mirate a incrementare la ricchezza, ma anche a metterla al servizio di un’azione incisiva. Il futuro dell’attività benefica risiede nell’adozione di un approccio globale e coerente nell’intera sfera di influenza che ponga l’accento sulla creazione di un’economia resiliente e rigenerativa e ripensi i sistemi in cui aziende e investimenti svolgono un ruolo di cruciale importanza.

[i] ClimateWorks Foundation’s 2024 Funding Trends Report
[ii] Morgan Stanley, Sustainable Signals 2017
[iii] Cerulli Associates, U.S. High-Net-Worth and Ultra-High-Net-Worth Markets 2021.
[iv] Financial Times 10/12/2024 Meet Gen G(ive) – the stars redefining modern philanthropy
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