Weekly house view | Pace in Medio Oriente, guerra alla Fed
La settimana in rassegna
Le azioni statunitensi hanno chiuso la settimana a massimi record grazie alle speranze di accordi sui dazi, alle aumentate aspettative di tagli dei tassi d’interesse da parte della Fed e al cessate il fuoco tra Iran e Israele. Il prezzo del petrolio ha seguito a ruota segnando la maggiore flessione da marzo 2002, nonostante i messaggi discordanti sui danni dei bombardamenti statunitensi agli impianti nucleari iraniani lascino spazio per una escalation in Medio Oriente. La contrazione della spesa dei consumatori americani ha supportato le aspettative di tagli dei tassi, analogamente ai commenti della governatrice della Fed Michelle Bowman, che ha parlato di una sforbiciata già a luglio. Nella settimana lo S&P1 e il Nasdaq2 hanno guadagnato rispettivamente il 3,5% e il 4,3% (entrambi in USD). Il dollaro si è indebolito dopo i commenti di Bowman e l’annuncio del presidente Trump che intende nominare un presidente della Fed che voglia abbassare i tassi d’interesse. Secondo le previsioni prevalenti, la Fed dovrebbe tagliare i tassi due volte quest’anno, a partire da ottobre, con rischi di tagli già a settembre. Sul commercio internazionale, gli Stati Uniti hanno segnalato alcuni problemi sulle spedizioni di minerali terre rare e magneti agli Stati Uniti che la Cina ha risolto, chiudendo una disputa che aveva impedito di raggiungere un accordo a maggio. In Europa, i leader della NATO hanno concordato un obiettivo sulla spesa per la difesa pari al 5% del PIL entro il 2035. Il governo tedesco ha approvato una seconda bozza del budget 2025, confermando un cambiamento di paradigma nella politica fiscale mentre l’indebitamento netto dovrebbe registrare un forte aumento, con emissioni nette aggiuntive per EUR 19 miliardi nel 3° trimestre. La curva dei tassi si irripidita leggermente, con una previsione a fine anno per il tasso dei Bund a 10 anni al 2,5%.
Citazione della settimana
Mentre Trump paragonava gli avversari in Medio Oriente a «due bambini nel cortile della scuola che se le danno di santa ragione», il segretario generale della NATO Rutte è intervenuto dicendo «e paparino a volte deve alzare la voce per fermarli».
Dati principali
Il PIL del 1° trimestre degli Stati Uniti è stato rivisto al ribasso al -0,5% annualizzato per effetto della debolezza della spesa dei consumatori, anch’essa diminuita dello 0,1% a maggio. Le vendite di nuove abitazioni sono diminuite del 13,7% a maggio. Nell’eurozona, il PMI composito è rimasto stabile a 50,2 a giugno, con l’attività dei servizi in leggero miglioramento (+0,3 a 50,0) e quella manifatturiera in peggioramento (-0,5 a 51,0). In Cina, le imprese industriali di maggiori dimensioni hanno riportato un declino degli utili del 9,1% anno su anno nel periodo da gennaio a maggio.